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La Regione frena sulla pillola abortiva

Posizioni contrastanti sulla decisione di escluderne la somministrazione nei consultori La Regione frena sulla pillola abortiva

Le linee ministeriali diffuse ai primi di agosto sull’utilizzazione della pillola RU486 prevedono che l’interruzione di gravidanza attraverso l’assunzione del farmaco possa avvenire anche nei consultori o in day hospital, senza l’obbligo di ricovero. Queste decisioni sono state emanate tenendo conto, oltre che di ben 10 anni di pratica medica (aggiornano le linee precedenti risalenti al 2010, ndr) della raccomandazione formulata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in ordine alla somministrazione di mifepristone e misoprostolo per la donna fino alla 9a settimana di gestazione, delle più aggiornate evidenze scientifiche sull’uso di tali farmaci, nonché del ricorso nella gran parte degli altri Paesi Europei al metodo farmacologico di interruzione della gravidanza in regime di day hospital e ambulatoriale”, del parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità, e dell’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Ricevute tali direttive, la Regione Piemonte si è confrontata con alcuni esponenti delle diverse realtà sanitarie e sociali, come la Federazione Federvi.PA e il dottor Silvio Viale, responsabile del Servizio Unificato IVG dell’Ospedale Sant’Anna di Torino e ha emanato una Circolare con la quale, rilevando “criticità giuridiche” rispetto alle Linee ministeriali, dispone il divieto di aborto farmacologico nei consultori e rimette la valutazione sulle modalità di ricovero al medico ed alla direzione sanitaria, oltre ad inserire l’attivazione di sportelli informativi di Movimenti antiabortisti negli ospedali.

Approfondimento  Attualità  Sanità  Mercoledì 14 Ottobre 2020 17:40 Savigliano  


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