Una protesta al contrario per i baristi di Savigliano che venerdì hanno scelto di restare con le luci accese, la musica ad alto volume e i dehor montati anche dopo le 18, orario in cui il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ne prevedeva la chiusura. «Anche noi abbiamo voluto far sentire la nostra voce per chiedere al Governo le motivazioni di questo gesto - spiegano i commercianti - che non ha una logica. È un danno enorme, noi vogliamo lavorare. La gente è spaventata, i clienti non entrano più a consumare e noi perdiamo comunque gli orari degli aperitivi e del dopocena». Un’adesione pressoché totale da parte dei commercianti delle piazze che oggi sono sempre più preoccupati anche dal nuovo Dpcm che probabilmente li costringerà a chiudere. «In questo momento di paura in cui la gente non consuma e i locali sono vuoti, forse che ci facciano chiudere non è così sbagliato, a patto che ci aiutino in maniera sostanziosa, cosa che non è successo durante il precedente lockdown. Abbiamo dipendenti in cassa integrazione che non arriva e dietro il nostro lavoro ci sono i fornitori che stanno subendo la nostra stessa sorte », aggiungono.
CONTROLLI DELLA POLIZIA
«In questi giorni abbiamo fatto molte operazioni di controllo e di supporto dei commercianti - commenta il comandante della Polizia locale Rocco Martini -, ma non abbiamo riscontrato criticità. Più che altro abbiamo notato baristi e ristoratori stanchi e in difficoltà».
Attualità Cronaca Mercoledì 4 Novembre 2020 10:13 Savigliano