SAVIGLIANO - L’aumento di capitale della
Banca Crs, che ha consentito
l’ingresso di nuovi soci nella proprietà
dell’istituto di credito, è
quella scorciatoia che sbuca all’improvviso
dopo una stretta curva.
Un percorso alternativo rispetto
al tragitto programmato
che, quando la strada s’interrompe
bruscamente, diventa l’unico
per raggiungere la destinazione.
È la stessa Fondazione
Crs, socio di maggioranza della
banca, a suggerire quest’immagine
nella relazione approvata a
metà maggio per accompagnare
il bilancio delle attività dell’ente
presieduto da Sergio Soave.
L’imprevisto, la voragine in
mezzo alla strada, si chiama Ops
Ubi-Intesa: la scorsa primavera,
quando la Fondazione Crs era a
un passo dalla chiusura dell’accordo
con Grandi Fondazioni
Piemontesi (GFP, il nuovo socio
composto da Compagnia San
Paolo, Fondazione Crc e Fondazione
Crt), arriva l’annuncio
dell’offerta pubblica di acquisto
lanciata da Intesa a Ubi. Le GFP
– che stavano per accettare l’acquisto
di quote a un prezzo tra il
53 e il 60% del patrimonio della
banca – decidono allora di sospendere
la trattiva.
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Attualità Martedì 13 Luglio 2021 9:00 Savigliano