RACCONIGI - Per il secondo anno, la chiesa
di San Rocco rimane chiusa.
Il Covid ha infatti penalizzato
ulteriormente gli appuntamenti
del piccolo borgo per una festa
che negli anni è andata calando
di tono, forse per il caldo, forse
per la concomitanza con il periodo
centrale di agosto, forse per la
scomparsa di molti affezionati.
Dopo 25 anni, oggi, il Comitato,
ridotto numericamente e con
poco sostegno, si trova in difficoltà.
È sempre stata una chiesetta
molto frequentata quella di San
Roco, una piccola struttura annessa
al complesso manicomiale
usata, un tempo, per i funerali
dei pazienti dell’ex neuro.
Una chiesa che anni fa si
riempiva di cittadini, sia dentro
che fuori, in occasione delle varie
messe a cui prendevano puntualmente
parte anche le suore
del paese.
Le funzioni venivano
celebrate in occasione della Pasqua,
del Natale, della festa dei
defunti e della ricorrenza del Santo
quando, dal 13 al 16 agosto, insieme
alle funzioni religiose si organizzavano
giochi per i bambini,
cena sotto le stelle, balli e musica.
«Purtroppo nel corso degli
anni la presenza alle funzioni e
alla parte mondana è andata calando.
Da 50 bambini presenti ai
giochi siamo passati a 7, così dal
2013 questo spazio è stato sospeso.
L’anno successivo stessa
sorte è toccata alla cena in piazza
e dal 2019 abbiamo organizzato
solo più il triduo e la messa del
giorno 16 - racconta la volontaria
Marisa Ballari -, idem si può dire
per le offerte. Questa è una parte
del paese dove non ci sono negozi,
per cui tutto è sostenuto dai
borghigiani. In più, manca il ricambio
generazionale nel direttivo
e noi, pochi rimasti, non siamo
più giovincelli. Quest’anno tantissimi
cittadini ci hanno chiesto
di organizzare la festa sulla pista
di piazza Piacenza, ma i documenti
da fare sono tanti, le spese
da sostenere anche, così con
grande dispiacere abbiamo rinunciato
».
Il comitato fondatore di San
Rocco nasce nel 1995 grazie a
Renato Mondino, con i primi nove
soci: il presidente, Giovanni Crivelli,
il vice, Pipino Carlo, i consiglieri
Lorenzo Racca, Bernardina
Mina, Mario Audero, Francesco
Sales, Ottavia Perlo e Marisa Ballari.
Oggi sono rimasti Franco Sales
nel ruolo di consigliere e
Marisa Ballari come tesoriera,
insieme al presidente Vincenzo
Gentile, il vice Rino Visentin e
Michelangelo Perlo, Margherita
Bonardi, Gabriella Garroni, Beppe
Olivero e Sebastiano Facciolo.
Un gruppo di volontari nato
con lo scopo di prendersi cura
della chiesetta di San Rocco da
anni trascurata e che, grazie anche
all’aiuto dei borghigiani, l’ha
rimessa a nuovo, con lavori di
restauro e pulizia.
Impianti, tinte, tetti, pavimenti,
arredi, affreschi e riscaldamento,
tanti sono gli interventi fatti negli
anni, ma oggi, a causa dell’umidità
portata soprattutto dalla vicinanza
della bealera e della foresta del
Neuro, la piccola struttura avrebbe
nuovamente bisogno di una sistemata.
«Quest’anno, in occasione
della festa, abbiamo acceso le
luci per dare un segno di presenza.
Grosse cose non possiamo
farle, sia per l’età, sia per la parte
economica che non è rosea -
conclude Marisa -; il nostro gruppo
è ridotto a un lumicino e la pandemia
non ci ha favorito.
Al momento abbiamo un anno
davanti, speriamo che arrivi qualcuno
a darci una mano, che la
situazione sanitaria migliori e che
don Maurilio possa darci la possibilità
di aprire la chiesa per le
messe, come si faceva un tempo
».
Attualità Domenica 10 Ottobre 2021 17:00 Savigliano