SAVIGLIANO - Dopo alcuni anni la Cardiologia
di Savigliano riprende il suo
percorso nel trattamento delle
cardiopatie strutturali realizzando
la chiusura percutanea del forame
ovale pervio (PFO) che serve
a prevenire l’ictus cardioembolico.
Il PFO è una cardiopatia congenita
riscontrata nel 30% della
popolazione adulta e una bassa
percentuale di questi va incontro
a complicanze tra cui l’ictus, rendendo
necessaria la chiusura di
questa comunicazione tra l’atrio
destro e l’atrio sinistro in alcuni
particolari pazienti.
Nel 2010 la Cardiologia di
Savigliano, allora diretta da Baldassarre
Doronzo, aveva già intrapreso
questo tipo di percorso
trattando con successo circa 40
pazienti, ma nel 2013 questa
metodologia venne posta in discussione
dalla comunità scientifica.
Tuttavia, studi successivi
hanno dato ragione ai medici di
Savigliano, che in questi giorni
hanno ripreso con l’attività.
«Grazie alla collaborazione
di tutti, a fine ottobre abbiamo
chiuso con successo per via percutanea
un giovane paziente ricoverato
in Neurologia per ictus,
utilizzando le alte competenze
di un team multidisciplinare costituito
dall’emodinamista Cinzia
Moncalvo, Sarah Dogliani e Diego
Pancaldo (professionalità nella
diagnostica ecocardiografica ambulatoriale),
dai neurologi Ciro
Scarpato ed Elisabetta Bucciantini,
dallo staff infermieristico e
dai tecnici di radiologia.Questa
procedura è stata effettuata con
tecniche di ipnosi per le quali alcuni
sanitari della Cardiologia
sono stati certificati ottenendo
ottimi risultati nell’applicazione
di queste tecniche nelle procedure
cardiologiche diagnostiche
e interventistiche», spiega il dottor
de Benedictis.
Inoltre, grazie alla collaborazione
tra la Neurologia diretta
da Roberta Bongioanni e la Cardiologia
di Savigliano di cui è direttore
sostituto Michele de Benedictis
è stato creato il gruppo
Neuro/Cardiologico con lo scopo
di costruire percorsi diagnostico-
terapeutici per diagnosi, trattamento
e follow-up di patologie
di interesse comune come la fibrillazione
atriale o il forame
ovale pervio, le cui più frequenti
e rilevanti complicanze sono rappresentate
dall’ictus cerebrale
cardioembolico.
L’approccio diagnostico a
queste patologie è molto complesso
e richiede specifiche professionalità
con elevata competenza
in diversi campi come gli
impianti sottocutanei di loop recorder,
per ricerca della fibrillazione
atrial, l’ecocardiografia
trans-toracica e trans-esofagea,
EcoDoppler dei vasi trans-cranici,
screening neurologico per pazienti
ricoverati ed ambulatoriali.
«La ripresa dell’attività di cardiologia
interventistica strutturale
rappresenta un ulteriore, fondamentale
tassello nell’attività di
prevenzione dell’ictus cerebrale
offerta alla popolazione dall’Ospedale
Santissima. Annunziata.
Un
ringraziamento particolare deve
essere fatto alle Direzioni Generale
e di Presidio per l’incoraggiamento
e la disponibilità offerti
per l’attuazione di tale progetto
», aggiunge la dottoressa
Bongiovanni
Infine, a breve sarà avviata
l’attività della Syncope-Unit il cui
sviluppo operativo è stato rallentato
dal Covid.
Sanità Venerdì 19 Novembre 2021 9:00 Savigliano