Una telefonata ti allunga la
vita, ma non quella delle 16 mila
cabine pubbliche ancora attive
in Paese. Qualche settimana fa,
l’Agcom (l’autorità italiana che
regola le comunicazioni) ha stabilito
che Tim non è più obbligato
a garantire il servizio pubblico di
telefonia: gli apparecchi resteranno
solo all’interno degli ospedali
con almeno 10 posti letto,
nelle caserme con più di 50 occupanti
stabili, nelle carceri e
dove non arriva la copertura della
rete mobile come i rifugi di montagna.
È già da qualche anno che
Tim (che dal 1964 gestisce la
rete dell’ex Sip, Società Italiana
per l’esercizio delle telecomunicazioni)
porta avanti la rimozione
dei telefoni pubblici meno utilizzati.
Sono ormai lontani i tempi in
cui ci si metteva in coda davanti
alla cabina, gettone alla mano,
si componeva il numero al tastierino
e si sperava che dall’altro
capo della cornetta qualcuno rispondesse:
oggi si comunica con
un messaggino sullo smartphone,
siamo raggiungibili ovunque e le
parole non viaggiano più sul doppino
telefonico ma sono rimbalzate
nell’etere da antenne e satelliti.
A Savigliano, la prima a sparire
– dopo quelle già scomparse
(come in piazza del Popolo) –
sarà quella in piazza Schiaparelli,
area interessata da un progetto
di riqualificazione complessivo
che dovrebbe partire subito dopo
l’estate. Posta all’angolo con via
Cernaia, la vecchia cabina è in
uno stato di abbandono da tempo,
tant’è che gli stessi architetti
che hanno redatto il progetto di
restyling l’hanno indicata come
elemento che contribuisce all’immagine
degradata della piazza.
Dentro c’è ancora un apparecchio
telefonico, ma ormai inutilizzabile.
Come spiegano dagli uffici,
in municipio non esiste un censimento
delle cabine pubbliche
perché il servizio non dipende
dall’amministrazione comunale
ma dall’operatore telefonico.
Approfondimento Attualità Domenica 23 Luglio 2023 7:00 Savigliano