Non esiste un farmaco per smettere di giocare d’azzardo, per non farsi corrodere da un demone che - stando all’osservatorio dell’Asl - colpisce trasversalmente ogni fascia d’età. Non esiste neppure un test per verificare se una persona ludopatica sia effettivamente guarita dalla dipendenza. Per questi motivi il gioco patologico è difficile da diagnosticare e complicato da sconfiggere: un percorso d’assistenza psicologica ed educativa è l’unica soluzione praticabile per guarire. «Stati d’ansia, insonnia, depressione e tendenze distruttive - spiega Maurizio Coppola, direttore del Serd (servizio dipendenze) dell’Asl -. Chi si rivolge a noi è ormai a uno stadio avanzato, ma il fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa immaginare». Se ne sono accorti anche i membri della Consulta Solidarietà, che proprio sul tema hanno chiesto una maggior attenzione da parte della politica. A rischio, secondo Coppola, non solo chi scommette sperando in una vincita in denaro, ma anche chi spende ingenti somme per poter giocare (il cosiddetto fenomeno del gaming ossessivo).
Attualità Giovedì 1 Febbraio 2024 7:00 Savigliano