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Inferno a Gaza, la testimonianza del saviglianese Sandrone

Capoprogetto di Medici senza Frontiere ospite Lions in un affollato incontro alla Crusà Inferno a Gaza, la testimonianza del saviglianese Sandrone

Quei bambini che, a pochi minuti dallo scoppio dell’ennesima bomba, con il cielo ancora ingombro di polvere e macerie, si ritrovano subito in strada per giocare a pallone sono l’immagine più forte di resilienza che Marco Sandrone, capoprogetto a Gaza per Medici senza Frontiere, ha voluto regalare alle oltre quattrocento persone che lunedì hanno partecipato all’incontro promosso dai Lions Saluzzo-Savigliano e Scarnafigi-Piana del Varaita per approfondire la questione palestinese. Nella striscia di Gaza, Sandrone - che era già stato in Palestina nel 2015 per conto dell’organizzazione non governativa - si è occupato per oltre un mese di coordinare le attività dell’equipe di Medici senza Frontiere che in quella terra martoriata conta circa un migliaio di operatori, per la stragrande maggioranza composta da personale medico e infermieristico del posto. «Dovete immaginare Gaza come un fazzoletto di terra, largo 13 chilometri per 40, molto più piccolo della provincia di Cuneo, ma estremamente più popoloso (circa 2,5 milioni di abitanti) - ha detto Sandrone, che prima di raccontare la sua esperienza sul campo ha velocemente ripercorso la storia ultradecennale che ha portato all’ultimo conflitto tra Israele e Palestina -. Una sorta di prigione a cielo aperto, dal momento che ogni accesso alla striscia è militarizzato e sotto il controllo di Israele: tutti gli approvvigionamenti di cibo, acqua, medicinali ed energia provengono dall’esterno».

Approfondimento  Attualità  Mercoledì 29 Ottobre 2025 16:00 Savigliano  


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