CAVALLERMAGGIORE - Anche in un anno particolare,
senza spettatori in sala e
senza pubblico fuori dall’Ariston,
il festival di Sanremo continua a
far discutere a colpi di denunce
alla Procura di Imperia.
L’ultima è quella presentata
dall’Istituto Nazionale per la
Guardia d’Onore alle Reali
Tombe del Pantheon, a firma del
cavallermaggiorese Giovanni
Seia, responsabile della delegazione
di Cuneo.
Nella sua denuncia, sia a titolo
personale che in qualità di
responsabile della delegazione
cuneese, Seia rimarca l’esibizione
del cantante Achille Lauro,
che presentandosi sul palco il 5
marzo scorso con la bandiera
italiana sulle spalle e poi appoggiandola
al suolo prima di iniziare
l’esibizione sulle note di
“Me ne Frego” e “Rolls Royce”,
ha commesso un reato di vilipendio
alla bandiera.
“Ritengo che si possa parlare
di un fatto grave e riprovevole,
che non può essere
giustificato dal carattere trasgressivo
dell’artista – scrive il
responsabile cuneese delle
Guardie d’Onore - . Per difendere
quel tricolore sono morti
centinaia di migliaia di soldati e
altrettanti italiani sarebbero
pronti a farlo se si dovesse difenderlo
ancora. L’uso vergognoso
che è stato fatto del
nostro tricolore rappresenta un
annichilimento dei valori e dei
principi su cui si fonda la nostra
stessa Repubblica. La nostra
bandiera è il simbolo della nostra
Patria e del nostro Paese, la
sintesi della nostra identità. Non
solo. La nostra bandiera è la nostra
storia, le nostre tradizioni, i
nostri Valori, la nostra cultura, la
nostra lingua, le nostre famiglie.
La nostra Patria siamo noi italiani
e il Tricolore ci rappresenta”.
APPROFONDISCI SUL CORRIERE IN EDICOLA
Politica Mercoledì 24 Marzo 2021 13:00 Cavallermaggiore