SAVIGLIANO - L’Urologia di Savigliano si è
resa protagonista di un delicato
intervento endoscopico di rimozione
di calcoli (tramite la frantumazione
con laser ad olmio) e
posizionamento di drenaggi di
ultima generazione. Oltre alla
complessità dell’intervento, da
segnalare come il paziente fosse
appena guarito dal Covid.
«Si è trattato di un caso estremamente
raro e complesso -
spiegano il direttore dell’Urologia
Pietro Coppola e l’urologo Paolo
Mondino, che hanno eseguito
l’operazione - riguardante un paziente
recentemente guarito da
Covid a cui è stata diagnosticata
una calcolosi ureterale bilaterale
sintomatica responsabile di ostruzione
al deflusso di urina pressoché
completa e conseguente
insufficienza renale.
L’intervento
è riuscito perfettamente, grazie
al supporto di tutto il personale
dedicato della sala operatoria,
della Radiologia e del team anestesiologico
e il paziente è stato
dimesso 24 ore dopo».
Nonostante tutte le difficoltà,
l’équipe di Urologia segue regolarmente
i pazienti oncologici e
gestisce le emergenze come
quelle legate alla calcolosi urinaria.
«Questa importante innovazione
in termini di dispositivi
endourologici - aggiungono i due
medici - consiste nell’applicazione
di piccolissimi stent ureterali in
silicone che, a differenza dei tradizionali,
permettono al paziente
di migliorare in modo significativo
la qualità di vita nel post operatorio
in assenza di corpi estranei
in vescica. Assicurare ai pazienti
l’utilizzo di materiali innovativi disponibili
sul mercato endourologico
mondiale, consente di trattare
anche casi estremamente
complessi come questo senza
dover ricorrere a più ricoveri, ma
di risolvere la problematica in
un solo tempo chirurgico».
Il caso clinico giunto all’attenzione
degli urologi, ad alta
complessità per la presenza di
calcolosi bilaterale e per la fragilità
del paziente appena negativizzato
al Covid, ha indotto i chirurghi
a mettere in atto questa innovativa
modalità di drenaggio
renale post chirurgica.
«Ogni sforzo è stato rivolto
alla risoluzione repentina della
patologia e al beneficio sulla
qualità di vita post dimissione,
garantendo al tempo stesso un
comfort minzionale e riducendo
il rischio di reflusso urinario, spesso
causa di infezioni renali che
necessitano di terapie antibiotiche
prolungate e la riapplicazione
del catetere vescicale», conclude
Coppola.
Sanità Giovedì 1 Aprile 2021 13:00 Savigliano