SAVIGLIANO - Sono candidati al Nobel per la Pace, ma probabilmente il premio che attendo con più impazienza è l’archiviazione dell’emergenza, il potersi togliersi visiere e mascherine, riprendere fiato e tornare a occuparsi dei pazienti come prima. La stanchezza, dopo un anno in trincea, comincia a farsi sentire. Assieme ai medici, gli infermieri stanno affrontando questa terza ondata con lo stesso spirito di sacrificio dei primi tempi, ma con l’esperienza alle spalle e diverse armi in più al proprio arco. Anna Maddalena Basso è la responsabile delle professioni sanitarie dell’Asl. Oltre a occuparsi della gestione del personale infermieristico all’interno degli ospedali, in questi giorni è alle prese con l’organizzazione dei centri vaccinali.
Cambiamo prospettiva, con una domanda che solitamente sono gli infermieri a fare ai propri pazienti. Come state?
«Siamo stanchi. Fisicamente
e psicologicamente. Siamo dentro
la terza ondata, con ospedali
che si riempiono velocemente,
contagi che faticano a rallentare
e una campagna vaccinale da
portare avanti con le risorse umane
a disposizione. Si lavora pancia
a terra ogni giorno, dietro le
quinte e sul campo, la pressione
è altissima».
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Sanità Sabato 3 Aprile 2021 13:00 Savigliano