Dopo personale sanitario e
insegnanti, tocca a tutti i lavoratori
del settore pubblico e privato
esibire il certificato verde per
continuare a frequentare uffici,
negozi, officine e fabbriche.
La scorsa settimana, il Consiglio
dei Ministri ha approvato il
decreto legge che costituisce l’ultimo
tassello della progressiva
estensione dell’obbligo di utilizzo
del green pass, che ora impone
il certificato verde alla stragrande
maggioranza dei lavoratori.
L’OBBLIGO
Come recita la norma, dal
15 ottobre al 31 dicembre (data
fino a cui è stata estesa l’emergenza
sanitaria) per accedere ai
luoghi di lavoro nella Pubblica
Amministrazione tutto il personale
(inclusi i soggetti che svolgono
la propria attività lavorativa o di
formazione o di volontariato presso
le amministrazioni) dovrà munirsi
di green pass.
L’obbligo riguarda anche tutti
i lavoratori del settore privato: si
estende a collaboratori a partita
IVA (se e quando questi accedono
al luogo di lavoro) volontari,
stagisti e tutti quei soggetti che
svolgono, a qualsiasi titolo, la
propria attività lavorativa o di formazione
o di volontariato (anche
su base di contratti esterni) in
un’impresa privata. La norma fa
riferimento all’accesso ai luoghi
di lavoro intendendo con ciò il
luogo “fisico”, con esclusione
quindi di tutti i dipendenti in smart
working (fatto salvo per i giorni
in cui questi accederanno fisicamente
al luogo di lavoro).
CHI CONTROLLA
Spetta ai datori di lavoro controllare
il possesso della certificazione,
attraverso l’applicazione
Verifica C19 (per il settore pubblico
è probabile venga esteso il
sistema già predisposto con la
piattaforma unica per il controllo
dei dipendenti del settore scolastico).
Nel caso in cui il dipendente
sia sprovvisto di green pass, non
potrà accedere al luogo di lavoro
e sarà considerato assente ingiustificato.
A decorrere dal quinto
giorno di assenza, il rapporto di
lavoro è sospeso fino alla presentazione
del green pass.
Se invece il personale (del
settore pubblico) riesce ad accedere
ai luoghi di lavoro senza
green pass e venga “sorpreso”
sprovvisto della certificazione,
dovrà versare una sanzione da
600 a 1.500 euro. Diverso nel
settore privato: qui è possibile
posticipare il controllo ad un momento
successivo rispetto all’accesso
qualora non sia possibile
effettuarli subito all’ingresso.
Le imprese private con meno
di quindici dipendenti hanno la
possibilità, dopo che un dipendente
non presenta il Green Pass
per cinque giorni, di sostituirlo
con un altro, sospendendo per
la durata del contratto il dipendente
assente ingiustificato.
RILASCIO DEL GREEN PASS
Il decreto chiarisce anche le
modalità di rilascio del green
pass, prescrivendo il rilascio ai
guariti già vaccinati per una durata
di 12 mesi dalla guarigione.
Sempre per i guariti (ma stavolta
prima di ricevere il vaccino) è
previsto ora il rilascio del Green
Pass al ricevimento della prima
dose di vaccino (senza dover
attendere 15 giorni) .
TAMPONI 72 ORE
Novità anche sui tamponi Covid
nell’ambito delle normative
sul Green Pass: oltre ai prezzi
ridotti in farmacia (quelle che
aderiscono), è ora prevista anche
la validità estesa a 72 ore per i
test molecolari. La prima è inserita
nel decreto che estende la
Certificazione Verde ad ogni ambito
lavorativo, la seconda è un
emendamento alla legge di conversione
del secondo Decreto
Green Pass (quello sugli obblighi
a scuola e nei trasporti), in discussione
alla Camera. Il ministro
della Salute Roberto Speranza
ha confermato il parere favorevole
anche nel corso della conferenza
stampa per illustrare i
nuovi obblighi.
Sanità Domenica 26 Settembre 2021 9:00 Savigliano