TORINO - La sentenza della Corte d'Appello, arrivata nei giorni scorsi, ribalta in parte quella emessa dal Tribunale di Cuneo che nel 2019 aveva ritenuto il solo Claudio Cussa, ex sindaco di Savigliano, responsabile della nota vicenda "firme false". Secondo i giudici di Torino, anche l'ex presidente del Consiglio Antonio Motta (Moderati) è colpevole: è stato condannato a 10 mesi di carcere, con la sospensione della condizionale.
Confermata la condanna a Cussa, così come l'assoluzione a un altro imputato, Michele Di Mauro.
I fatti risalgono alla campagna elettorale del 2014: tra il primo e il secondo turno, dopo l'esposto del candidato consigliere Rocco Tiranno, esplose il caso. Cussa era stato accusato di aver autenticato le firme a sostegno della candidatura della lista dei Moderati senza che questi fossero presenti. Ottantotto erano le firme autenticate che vennero contestate, tra cui alcune di persone in quei giorni in ospedale.
Quando venne rinviato a giudizio, nel gennaio del 2017, Cussa si dimise da sindaco per affrontare il processo, che vedeva coinvolti anche Motta.
In municipio arrivò il commissario Lorella Masoero, che resse la città fino alle elezioni di tarda primavera (che portarono all'elezione di Giulio Ambroggio).
Nel 2019 la sentenza del tribunale di Cuneo: per i giudici, l'unico responsabile - condannato per falso ideologico - era l'ex primo cittadino Cussa. Assolti gli altri imputati.
Oggi, quella della Corte di Appello, secondo cui anche Motta è colpevole.
È stato stabilito anche che, oltre alle spese processuali, i due dovranno risarcire con 1.800 euro Marco Buttieri, allora candidato sindaco, e gli eredi di Massimo Mantovan, entrambi costituitisi parte civile.
Politica Mercoledì 10 Novembre 2021 10:00 Savigliano