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«La mia esperienza all’interno delle carceri»

Il sindaco racconta il suo lavoro al Morandi, dove è a contatto con criminali colpevoli di associazione mafiosa «La mia esperienza all’interno delle carceri»

Nei confronti di chi ricopre un ruolo istituzionale come il sindaco, spesso ci si concentra soprattutto sulla funzione pubblica, dimenticando che queste persone hanno un lavoro, un’occupazione fonte di reddito. Per una volta, abbandonate le questioni puramente amministrative, abbiamo voluto cercare di raccontare la professione di Davide Sannazzaro, primo cittadino di Cavallermaggiore, dal 2004 educatore carcerario alla casa di reclusione Guglielmo Morandi di Saluzzo. Magari aspettando un giorno un suo libro di memorie che potrebbe avere come titolo: “La mia prigione. Viaggio nel Morandi alla ricerca dell’uscita”.
Partiamo dal suo approdo nel mondo del lavoro: perché ha scelto di fare l’educatore carcerario, cosa l’ha spinta a prendere questa strada?

Il carcere è un luogo di sosta, di passaggio per chi ha sbagliato, luogo ideato per permettere di ripensare all’errore commesso. «Inizialmente da giovane volevo occuparmi di Psicologia. Poi mio padre, vista la mia propensione verso il mondo dell’aggregazione (in particolare quella giovanile), mi propose un corso per educatori a Cuneo. Saranno state pellicole come Blues Brothers con John Belushi e Dan Aykroyd oppure più semplicemente quella di Francesco Nuti Tutta colpa del paradiso, ma fin dagli inizi, ho sempre pensato di voler lavorare un giorno nelle carceri come educatore».

INTERVISTA COMPLETA SUL CORRIERE IN EDICOLA

Approfondimento  Martedì 23 Novembre 2021 13:00 Cavallermaggiore  


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