È caccia alle materie prime,
indipendentemente dal costo. In
una fase generalizzata di ripresa
dell’economia, dopo la batosta
dovuta allo stop per l’emergenza
sanitaria, ora le imprese italiane
sono alle prese con rincari delle
commodity e difficoltà di approvvigionamento.
Se n’è parlato in
un interessante convegno organizzato
dall’Ance Cuneo (Associazione
Nazionale Costruttori
Edili) e Confindustria. «L’incremento
dei prezzi ha coinvolto
tutte le filiere, incidendo a livello
produttivo sulla marginalità delle
imprese e sull’organizzazione del
lavoro, dalle piccole alle grandi
realtà», ha detto Marco Costamagna,
presidente della Sezione
Meccanica di Confindustria, mentre
Gabriele Gazzano, presidente
Ance Cuneo, ha evidenziato la
gravità della situazione per il settore.
«Il mondo dell’edilizia arriva
da 15 anni di grande sofferenza,
di mercato, finanziaria e di prodotto,
che ha portato ad una
contrazione di investimenti e manodopera.
La ripartenza post
pandemia rappresentava un buon
momento per le nostre imprese,
ora il caro materiali la mette seriamente
a rischio. Abbiamo una
serie di materiali, dai ponteggi
agli isolanti che sono introvabili,
bisogna programmare forniture
a cinque mesi e diventa complesso
mantenere un’economia
fiscale dei nostri cantieri», ha
detto il presidente degli edili cuneesi,
confermando quanto riportato
dal Corriere qualche settimana
fa. I rincari riguardano il
petrolio, il grano (+46% in un
anno), il rame (+62%): incrementi
non sostenibili se prolungati nel
tempo, senza contare la spinta
all’inflazione legata all’aumento
dei costi energetici.
Il tema dell’edilizia al centro
della fase di crescita economica
attuale è stato affrontato anche
dal direttore generale di Ance,
Massimiliano Musmeci: «Da un
lato, grazie ai bonus che probabilmente
saranno confermati nella
legge di bilancio, vi è una prospettiva
che ne garantisce il buon
funzionamento nell’edilizia privata.
Quanto al tema dei lavori
pubblici, cui sono destinate le risorse
del PNRR dobbiamo recuperare
una capacità di crescita
che abbiamo perso e che deve
fare i conti con la dinamica dei
prezzi, un primo intervento del
Ministero è stato quello di mettere
a disposizione 100 milioni di euro
per affrontare il caro materie prime
per gli appalti privati. Negli
appalti pubblici resta aperto il
tema dei prezziari che devono
essere aggiornati e dinamici»
Attualità Lunedì 6 Dicembre 2021 13:00 Savigliano