«Quest'anno saremo pronti
a coltivare anche 75 milioni di
quintali in più di mais e grano
per rispondere alle difficoltà di
approvvigionamento dall'estero
dovute alla crisi tra Russia e
Ucraina».
Con queste parole la Coldiretti
ha voluto chiarire in che
modo la nostra regione potrà
reagire all’improvviso calo di disponibilità
delle materie prime
per tutte quelle realtà che producono
o utilizzano la farina e devono
fare i conti con i rincari.
L’attacco delle truppe russe
alle città ucraine ha stoppato
ogni tipo di scambio commerciale
con questi paesi che da
anni erano diventati i maggiori
produttori ed esportatori di mais
e grano. La crescita del costo
dei trasporti dovuta al rincaro dei
carburanti ha ulteriormente complicato
la filiera del settore.
Ma la crisi abbattutasi sul
settore non riguarda soltanto chi
negli anni ha ridotto sensibilmente
la produzione di mais e
grano.
Secondo l’associazione autonoma
panificatori di Cuneo,
presieduta da Piero Rigucci, «la
situazione si sta infatti aggravando
di giorno in giorno, con il
prezzo della farina che lievita e i
negozi che a volte fanno addirittura
fatica a rimanere aperti».
Negli ultimi mesi si sta assistendo
a un rincaro mai visto
che ha portato il prezzo delle
materie prime in brevissimo
tempo ad aumentare di quasi 10
euro al quintale, ma la crisi sembrerebbe
radicata nel passato e
queste ultime vicissitudini non
avrebbero fatto altro che aggravarla.
Nonostante la grande presenza
di attività in provincia, e in
particolare a Savigliano che
trova nella festa del pane uno
degli eventi più seguiti, i dati
hanno sottolineato che il problema
nascerebbe già dalle abitudini
alimentari dei cittadini, che
si rivolgono sempre meno alle
panetterie.
«I prezzi delle farine variano
ormai giornalmente - spiega Vincenzo
Pallonetto, rappresentante
provinciale e regionale dei
Panificatori di Confartigianato -,
diventa quindi estremamente difficile
gestire l’ordinario. Si sono
verificati aumenti fino al 30-40%
che ci costringono a ritoccare a
nostra volta il costo del pane e
dei prodotti da forno per il consumatore.
Abbiamo aumentato i
nostri prezzi di circa il 20%, ed è
solo a parziale copertura dei
nuovi rincari di energia e materie
prime che ci stanno investendo
come uno tsunami. Per il momento
le farine ancora si trovano,
ma sempre più spesso i
mulini tendono a non accettare
ordinativi di grandi quantità, in
quanto i prezzi sono quotidianamente
fluttuanti verso l’alto.
Se a livello nazionale non si
istituisce al più presto un controllo
serrato su questo trend di
aumenti ormai forsennato, tante
nostre realtà presto saranno costrette
a gettare la spugna».
Agricoltura Martedì 29 Marzo 2022 9:00 Savigliano