MARENE - Sono fuggite dalla guerra,
lasciandosi le loro vite
alle spalle. Hanno trovato
accoglienza e la possibilità
di una nuova vita a Marene,
ma ora sono state costrette
a trasferirsi di nuovo.
È quanto accaduto alle famiglie
ucraine ospiti ai Ramè da
circa un anno e mezzo. Il problema
è che il centro di accoglienza
marenese è nato per i
migranti: la Prefettura ha disposto
l’allontanamento degli ucraini per
fare spazio ai nuovi profughi in
arrivo in queste settimane (700
in provincia di Cuneo).
I vari Comuni sono stati allertati
perché ciascuno faccia la
propria parte mettendo degli spazi
a disposizione.
«Già ad aprile ci era stato
annunciato che gli ucraini sarebbero
stati trasferiti. Finché ho
potuto mi sono opposta - spiega
la sindaca Roberta Barbero -, in
particolare ho cercato di allungare
i tempi perché c’erano anche
bambini e ragazzi e non volevo
che interrompessero la scuola.
Poi abbiamo dovuto cedere. Il
centro di accoglienza è privato
e deve obbedire al sistema, essendo
appunto nato per un’altra
finalità.
Spiace molto constatare che
queste persone bisognose di aiuto
vengano trattate come dei numeri.
Non è colpa della Prefettura
di Cuneo ma dell’organizzazione
che sta a monte. Abbiamo lavorato
perché ripartissero qui con
le loro vite e ora sono dovute
andare via, un peccato per gli
adulti e in modo particolare per i
bambini che avevano stretto amicizie
e si erano ambientati con i
loro compagni».
I 14 posti che erano occupati
dagli ucraini sono già stati assegnati
ad altrettanti profughi in arrivo
in questi giorni.
Attualità Giovedì 3 Agosto 2023 7:00 Marene