Da liberi professionisti a dipendenti del servizio sanitario nazionale, con un impegno di 38 ore settimanali, in parte da dedicare agli assistiti e in parte alle esigenze territoriali. Questa è la sostanza della riforma della professione dei medici di famiglia sul tavolo del governo nazionale: oltre all’assunzione diretta da parte dello Stato, il nuovo modello prevede che i dottori esercitino sia negli studi personali sia nei nuovi presidi territoriali (le cosiddette “case di comunità”). Per i camici bianchi, questa proposta lede «il diritto di scelta del paziente», che perderà il suo riferimento per la salute. «Un punto di forza propagandato è la certezza di trovare sempre un medico disponibile nelle “case di comunità”: ma sarà un medico qualsiasi, non quello di fiducia», dicono i medici, che proprio in questi giorni - anche a Savigliano - hanno lanciato una raccolta firme tra i pazienti per chiedere alla Regione di farsi portavoce a Roma e bloccare la riforma. Secondo i professionisti, la proposta non risolverebbe neppure il problema dei troppi accessi al Pronto Soccorso.
Sanità Mercoledì 5 Marzo 2025 7:35 Savigliano