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Pirandello, tra ipocrisia e sogno

La stagione al Milanollo si apre con una tragicommedia firmata dal regista Valerio Pirandello, tra ipocrisia e sogno

Dopo essersi misurato con autori come Molière, Miller e Ibsen, Roberto Valerio torna a Pirandello con “L’uomo, la bestia e la virtù”, lo spettacolo che sabato 15 novembre (ore 21) inaugurerà la stagione teatrale del Milanollo. Attore, regista e drammaturgo - formatosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico - ha alle spalle una lunga carriera con collaborazioni importanti e una costante attenzione ai meccanismi dell’animo umano. Nella sua lettura di L’uomo, la bestia e la virtù, mette a nudo le ipocrisie di una società che, dietro al velo delle buone maniere e della rispettabilità borghese, nasconde istinti e contraddizioni senza tempo. Una commedia in bilico con il dramma che porta all’attenzione del pubblico temi sempre attuali, capaci di interrogarci anche oggi. La produzione, firmata Teatri di Pistoia in collaborazione con Teatro Nuovo Giovanni da Udine, vede tra i protagonisti sul palco Vanessa Gravina, Max Malatesta e Nicola Rignanese. Abbiamo intervistato il regista Valerio pochi giorni prima del debutto della stagione. 

Lei è solito portare in scena grandi classici. Come mai li predilige? «Sì, io amo i classici e devo dire un po’ meno la drammaturgia contemporanea. Amo i classici perché contengono germi, tematiche sempre valide, universali. È una grande sfida riuscire a portare in scena testi classici trasformandoli in spettacoli contemporanei: se le tematiche restano universali, spesso le strutture drammaturgiche risultano inevitabilmente un po’ datate».

Leggi l'intervista completa sul Corriere di Savigliano.

Cultura  Spettacoli  Giovedì 13 Novembre 2025 12:00 Savigliano  


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