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Un protocollo per curare di più a casa

Definite, nel dettaglio, procedure e strategie per assistere i pazienti con sintomi lievi Un protocollo per curare di più a casa

Per mettere un freno ai ricoveri, la Regione ha siglato un verbale d’intesa con la Direzione Sanità e Welfare, il Dipartimento interaziendale regionale malattie ed emergenze infettive (Dirmei), l’Unità di crisi, la Prefettura di Torino (a nome di tutte le altre del Piemonte), le Aziende sanitarie locali, le organizzazioni sindacali medici di medicina generale e pediatra libera scelta e gli ordini professionali sul potenziamento delle cure domiciliari di chi presenta lievi sintomi da Covid- 19.

L’accordo recepisce il protocollo di cure domiciliari che già esisteva, aggiornato, potenziato e ora sottoscritto da tutti gli attori istituzionali coinvolti nella presa in carico dei pazienti covid a domicilio. Nel dettaglio, specifica quelle che sono le competenze dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), riportando in dettaglio organizzazione, personale, sedi e dotazioni, tipologia di interventi per gestione dei pazienti a domicilio. In particolare, oltre a definire dettagliatamente tutta la strumentazione che le Usca devono possedere, indica anche quando i medici di medicina generale devono attivare le unità speciali e quelli che sono gli esami (come quello per valutare le difficoltà respiratorie del paziente) e le terapie da mettere in campo in caso di presunta positività.

«Potenziamo e mettiamo a sistema i processi di cura domiciliare che abbiamo via via implementato dalla scorsa primavera ad oggi – dichiara l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi -, con l’obiettivo di evitare che la situazione dei ricoveri delle persone che possono essere curate a domicilio, cosi come delle degenze prolungate oltre l’effettiva necessità clinica, determini una consistente occupazione di posti letto e l’impossibilità di erogare assistenza a chi versa in condizioni più gravi e con altre patologie di maggiore complessità. Sono grato ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli altri livelli professionali e istituzionali che hanno responsabilmente collaborato alla stesura dell’accordo».

Attualità  Sanità  Giovedì 19 Novembre 2020 9:58 Savigliano  


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