Ci sono avvenimenti d’interesse collettivo che riaccendono ricordi privati. E anche se sono ammantati di tristezza e nostalgia, i ricordi che ne scaturiscono possono rilasciare un profumo buono, quello dell’età più spensierata. È il caso del saviglianese Maurizio Lucullo che, alla notizia della morte di Paolo Rossi, l’eroe del vittorioso Mundial spagnolo nell’82, ha riesumato una foto di lui e altri bambini con l’amatissimo e indimenticato “Pablito”.
Aver propiziato uno di quegli
incontri indelebili nella memoria
individuale, pepite rare sul cammino
di noi gente comune, fu
merito delle suore della Pro Pueritia
di Savigliano: Suor Giovanna
(la direttrice), Suor Mariangela
e Suor Delfina. «Era agosto, un
mese dopo la vittoria della nostra
nazionale di calcio - racconta
“Mauri” – e l’euforia per quel
trionfo straordinario perché alla
vigilia impronosticabile non si
era ancora esaurita. Tanti ragazzini
della Pro Pueritia tifavano
Juve, che annoverava ben sei
campioni del mondo più i due
nuovi stranieri, Platini e Boniek,
non so se mi spiego. Andammo
in gita a Villar Perosa, la località
della famiglia Agnelli, per assistere
a una giornata di allenamento.
Al termine, diversi giocatori
si prestarono volentieri al
classico rito di foto e autografi.
Inutile dire che il più ambito era
Paolo Rossi. Eravamo molto rispettosi,
quasi intimoriti di fronte
a lui, all’epoca il beniamino di
tutti gli italiani, un mito vivente
che credevamo immortale, così
come di fronte ai suoi compagni
di squadra, nonostante fossero
tutti molto gentili e disponibili.
Fino a quel momento la nostra
familiarità con i calciatori della
serie A era data dalle figurine
Panini. C’era molta curiosità da
parte nostra».
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Attualità Domenica 20 Dicembre 2020 13:00 Savigliano