CAVALLERMAGGIORE - Lunedì sera in Consiglio si è
arrivati ai titoli di coda (o alla
sigla iniziale, dipende dai punti
di vista) per un’area della città,
attuale sede dell’azienda Campiello,
che con una variante al
piano regolatore è stata destinata
ad uso residenziale.
PRIMA MACOS
E POI ACCORNERO
Prima dei biscotti, dal 1954
su parte di quella area si producevano
piastrelle e si lavorava il
marmo. C’era la ditta Macos,
che nel 1972 lasciò spazio a una
fabbrica dolciaria alla cui guida
c’era l’industriale Rinaldo Accornero,
originario di Refrancore
d’Asti.
La carriera professionale del
futuro imprenditore cominciò a
soli 17 anni, quando a Collegno
nel 1940 entrò nel biscottificio
dello zio, l’industriale Maggiora
(quello delle fette biscottate) fratello
della madre.
Nel 1971 quando la Maggiora,
potente e rinomato marchio
fu assorbito dalla Venchi
Unica, Rinaldo Accornero ne divenne
condirettore.
Dopo quell’operazione dai
contorni poco chiari, la Maggiora
scomparve in una sorta di “eutanasia
industriale” quando venne
ceduta (a cavallo degli anni ’70-
’80) alla Venchi Unica che faceva
parte della galassia del
chiacchierato finanziare siciliano
Michele Sindona. Accornero decise
così di mettersi in gioco,
fondando con i fratelli Natalino e
Luciano la fabbrica che porta il
suo nome nei locali ex Macos di
viale Vittorio Veneto.
Per oltre 20 anni c’è stato
benessere per l’Accornero, poi a
metà degli anni ‘90 sono arrivate
le difficoltà economiche, il cambio
di proprietà, il nuovo nome
Campiello e poi nel 2007 l’arrivo
della famiglia Tesio che ancora
oggi porta avanti l’azienda.
Attualità Sabato 6 Marzo 2021 13:00 Cavallermaggiore