TORINO - «Pur nella necessità di tutelare la salute, cercheremo di salvaguardare il più possibile la didattica in presenza nella fascia dagli 0 ai 6 anni, per gli studenti disabili e i laboratori. Sappiamo quanto sia difficile per le famiglie e lo sforzo che devono affrontare tutti i genitori».
Lo aveva detto, soltanto mercoledì, il presidente della Regione Alberto Cirio annunciando la decisione di sospendere le lezioni in presenza per tutti gli studenti dalla II media in su a partire da lunedì 8 marzo.
Ma per oggi (venerdì) è attesa un'altra stretta: dato l'aumento dei contagi e il tasso di contagiosità schizzato nella giornata di ieri, si sta valutando la possibilità di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado (dalle scuole materne alle superiori) fino al 19 marzo (con rientro il 22 marzo).
Dovrebbero essere salvaguardati i nidi e micronidi.
Il provvedimento dovrebbe riguardare gli istituti del cuneese, torinese, VCO e Vercelli, le quattro province con i dati più preoccupanti.
«Il nuovo DPCM indica le situazioni in cui anche in zona gialla o arancione, come nel caso del Piemonte, è necessario intervenire sulle scuole per contenere il rischio di rapida diffusione del contagio - spiegano il presidente Cirio e l’assessore Chiorino -. Oltre alla soglia di 250 casi ogni 100 mila abitanti definita dal Governo, gli epidemiologi della nostra Unità di crisi ci segnalano una allerta dove la media dell’ultima settimana è almeno doppia rispetto alle tre settimane precedenti. Il contagio in questa terza fase pandemica ha colpito maggiormente la parte occidentale del Piemonte, mentre dati migliori si registrano nella parte orientale. Pertanto sono osservate speciali le aree del Torinese, Cuneese, Vercellese e Vco. Si aggiunge poi il tema della variante inglese presente in modo diffuso in tutto il Piemonte nella metà dei casi e che ha una elevatissima velocità di diffusione e che colpisce di più anche le fasce giovani della popolazione».
Approfondimento Scuola Venerdì 5 Marzo 2021 9:40 Savigliano