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Quelle sere che il Gerbaudo vola 'Alto'

Una prestazione maiuscola del collettivo vale il (momentaneo) primo posto nel mini girone A Quelle sere che il Gerbaudo vola 'Alto'

SERIE B

GERBAUDO SAVIGLIANO    3
ALTO CANAVESE        1
25-23, 23-25, 25-21, 25-20

Savigliano: Gonella, Ghibaudo, Bossolasco, Garelli, Caula, Ghio, Rabbia, Marocco, Bergesio, Vittone, Cravero, Dutto, Manca. All.: Bonifetto-Brignone

SAVIGLIANO – Sarà una Pasqua radiosa e, lungi dal giocare con la rima, goduriosa per il Gerbaudo Savigliano. Nel recupero del big match con la corazzata dell’Alto Canavese i biancoblu sfoderano una prova d’orchestra spinta a livelli raramente visti dacché calca i palcoscenici della B. È nel DNA di questa squadra galvanizzarsi e dare il meglio di sé con le grandi, quale che possa essere il risultato (e, per converso, a volte fare concessioni ad avversarie di taglia inferiore). Stavolta, rispetto alla gara di andata (vittoria dell’Alto Canavese al tie-break, ma sul 2-1 a favore il Gerbaudo sprecò un match point con Dutto), c’è anche il premio: pieno, insindacabile, limpido. Il revanscismo, la voglia di non accontentarsi del pass già in saccoccia per i play-off promozione sono stati la molla che ha azionato il repertorio di una compagine di solito apprezzata per la compattezza e la solidità (la correlazione muro-difesa quale marchio di fabbrica), fedele al motto del “tutti per uno e uno per tutti”; ma della quale, a torto, non sempre si evidenzia la spettacolarità.
C’è anche questo ingrediente nel successo del venerdì santo, e splende ancor di più dal momento che di là della rete c’era una formazione ricca di bombardieri che nel caricatore hanno tanta esperienza e malizia: Bolla (il più restio alla resa, top scorer con 23 punti), Avalle (13), e poi Argilagos (schierato nei primi due set), il barbudo Menardo (vecchia conoscenza di Jack Ghibaudo ai tempi felici del Mondovì), l’altra banda GrosJacques (affidabile in ambo le fasi). E centrali come Giacobbo e il meno appariscente ma non meno pungente Spinello. Una formazione che in cabina di regia può alternare Carlevaris e Bertone (due modi diversi di interpretare il ruolo del palleggio). A codesti nomi illustri copre le spalle uno dei migliori liberi in circolazione a queste latitudini: Sansanelli. 

E però – e siamo ai raffronti individuali – il suo corrispettivo Paolino Rabbia (MVP della serata) non è stato da meno, i polsi sempre saldi e la posizione sempre impeccabile sugli attacchi terrificanti dei succitati frombolieri. A scambio in corso Rabbia ha compiuto salvataggi in tuffo al limite dell’impossibile, di quelli che se poi arriva il punto gli andrebbe cointestato da regolamento. Della sua prestazione “monstre” è degna di menzione l’alzata in bagher sotto rete per il diagonale vincente di Bossolasco (18 punti il capitano, come Ghibaudo) avendo lasciato scendere la palla, un preziosismo tecnico raro a vedersi e che amalgama gli opposti: rapidità decisionale e freddezza nell’esecuzione.
Si era nel quarto set, dove fino a metà i padroni di casa avevano accusato un po’ di legittima stanchezza, sempre a inseguire di 3-4 punti, ed erano parsi sul punto di sfilarsi, lo spettro di un altro tie-break a incombere. E invece no: complice un’accorta gestione dei time-out dalla panchina, il Savigliano ha dato fondo a tutte le sue risorse, anche nervose, è rientrato e ha rimesso la freccia (19-18), il vento di nuovo in poppa per il rush finale. Nel terzo set la squadra di casa era stata brava a respingere il ritorno degli ospiti (da 16-9 a 21-19).
Nel quarto parziale un altro giocatore meno portato a prendersi la ribalta ha dato il suo apporto prezioso: Marco Garelli. Era subentrato abbastanza bene, si era smarrito salvo poi ritrovarsi. Avrebbe detto di lui coach Bonifetto nella consueta disamina a caldo: «Sta imparando che tutti i punti sono uguali: quelli da 4 metri come quelli presi cercando il mignolo».

In un’appassionante sfida che ha visto il predominio ora dell’una ora dell’altra contendente, tra le file del Gerbaudo a turno tutti hanno fatto la propria parte. Al centro Ghio (10 punti) e Gonella (8) avevano probabilmente il compito più ostico ma hanno firmato punti pesanti, di quelli che incrinano le sicurezze altrui. E, a conti fatti, poco importa se a muro le statistiche premiano l’Alto Canavese (12 vs 8). Riprendendo alla lettera la disamina dell’allenatore del Gerbaudo, «il nostro muro è stato più di contenimento che foriero di punti diretti. Di là c’erano attaccanti che già solo toccarli e renderli difendibili era un gran lavoro. Nelle ultime partite siamo migliorati in questo fondamentale, nell’ultima settimana lo abbiamo curato e qualcosa in più ci è ritornato. Abbiamo tenuto tantissimo palloni».
In fatto di ricezione efficace il differenziale è stato più marcato a favore del Savigliano (46% vs 37%). Parità, 4 vs 4, alla voce aces (nel primo set i canavesani hanno forzato molto al servizio commettendo la metà degli errori totali, 15 vs 11). Una parità fissata dalla battuta che ha fatto calare il sipario a firma di un brillante (e scaltro) Vittone, sorprendendo un GrosJacques disattento.
Di un’opera da custodire a imperitura memoria (ma sulla quale, va da sé, non adagiarsi), Roberto Bonifetto incornicia il quarto set: «Ho visto la squadra stanca, temevo di rivedere il film dell’andata. Invece i ragazzi sono stati bravi a non mollare e a tirarsi fuori. Nei fondamentali di seconda linea siamo andati molto bene». 

In attesa dei recuperi, il Savigliano sale a 20 punti (Alto Canavese fermo a 18 ma con 2 gare da recuperare). Bossolasco e compagni completeranno questa prima fase sabato 10 aprile a Cirié contro la Pvl, l’altra squadra di vertice nel mini girone A, che all’andata, prima giornata, sbancò il PalaMarenco (1-3). Ma quello era un Gerbaudo tutto da rodare. 

gianluca gavatorta – foto di eleonora mezzo

Sabato 3 Aprile 2021 20:20  Volley


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