Nel 1564 fu istituita in Roma la congregazione dei Filippini, ordine fondato da san Filippo Neri (nato a Firenze nel 1515 e deceduto in Roma nel 1595). L’ordine fu approvato da Gregorio XIII nel 1575, per essere poi costituito da Paolo V nel 1612. L’oratorio di san Filippo, a Savigliano, nasce presso la chiesa di sant’Andrea Apostolo nel 1641, come “Congregazione dei Cento Fratelli” e si trasferisce nel 1660 presso la chiesa della Misericordia. Non avendo una sede propria, l’attività di questa congregazione è limitata: così nel 1670 un Confratello, Francesco Gallateri, acquista una casa ad oriente dell’attuale chiesa di san Filippo e la dona alla comunità dei Padri Predicatori. Il municipio concesse l’autorizzazione alla fondazione della nuova chiesa. Il progetto fu di padre Domenico Perardi, che disegnò la nuova chiesa e l’abitazione annessa. Alcune voci sostengono addirittura che si fosse avvalso dell’aiuto dell’architetto Filippo Juvarra. Nel 1671, il 4 febbraio, si iniziarono le pratiche per poter avviare l’edificazione della nuova chiesa e nell’ottobre dello stesso anno venne in Savigliano l’arcivescovo di Torino Michele Beggiami con i sacerdoti Carlo Francesco Viancino e i fratelli Giovanni Battista e Cattaneo Mallone. Alla sua morte, Giovanni Battista Mallone lascia in eredità al fratello Cattaneo tutti i suoi averi, con l’obbligo che questi vengano usati a beneficio della congregazione dei Cento Fratelli. Nel 1674 inizia così la costruzione della nuova chiesa, con l’approvazione del pontefice Innocenzo XI. Nel luglio del 1692 la nuova chiesa viene benedetta da padre Verda e dall’arcivescovo Michele Vibò e man mano, negli anni, viene fornita degli arredi, anche grazie alla cospicue donazioni delle famiglie saviglianesi Derossi, Ferrero e Muratori. Nel 1703 e, successivamente nel 1723 la chiesa si arricchisce degli altari laterali. Gli architetti Filippo Amedeo Turletti e l’ingegnere Gallo apportano ulteriori modifiche. Trascorrono molti anni, tra ulteriori lavori di modifica e periodi di difficoltà economiche. Si ricevono poi donazioni con cui si continuano i lavori; questo fino ad arrivare al 1802, periodo in cui Savigliano è in mano francese e la rivoluzione impone ai Padri Filippini di abbandonare la chiesa: rimane soltanto, in qualità di rettore, Padre Ceppa. La chiesa è finalmente riaperta nel 1825 con la caduta del governo francese in Piemonte ed il ritorno di re Vittorio Emanuele I. Le traversie per la chiesa di San Filippo non finiscono qui: la congregazione dei Padri Filippini viene sciolta il 12 ottobre 1861, per effetto della legge emanata in Torino da re Vittorio Emanuele II. La chiesa rimane chiusa dal 1861 al 1866, quando il consiglio comunale mette all’asta gli arredi, alcuni dei quali sono ora al santuario di Cussanio. La chiesa verrà poi riscattata e riaperta al culto nel 1901 dal canonico Giovanni Allasia per dare una degna dimora alla Vergine del Rosario, patrona della città. Subentrano negli anni seguenti i canonici Giovanni Ballatore e Giovanni Bruno: quest’ultimo rinuncia al rettorato nel 1976, anno in cui gli succede don Maurilio Rayna, il quale continua la cura della chiesa Il chiostro dell’ex convento dei Filippini con amore e devozione.
Claudio Rocca
Giovedì 15 Febbraio 2018 16:16