Abbandonati i beni terreni, Giovanni Francesco di Bernardone fonda in Assisi l’ordine religioso basato sull’amore, sulla povertà e la penitenza. Nasce così, con l’approvazione del pontefice Innocenzo III nel 1215, l’ordine Francescano. Da allora, iniziano a propagarsi numerose congregazioni nel nome del frate di Assisi. A Savigliano, nel 1454, per desiderio di numerosi saviglianesi seguaci del santo, si insediarono alcuni frati francescani, alloggiati temporaneamente presso la chiesa di Santa Maria della Pieve: vennero appoggiati dall’allora abate di San Pietro, Daniele Beggiami.
In questi anni si assisteva in città ad un risveglio della pietà e della spiritualità. Viene proposto all’allora sindaco Tommaso Gorena e al capitano Costanzo Gallateri di inviare al vescovo di Torino la proposta di attuare la costruzione di un nuovo convento “per migliorare la salute delle anime”. Altro promotore del progetto era l’avvocato Manuele De Franca, il quale vendette cento giornate di terra lasciando il ricavato a beneficio del nascente cenobio.
Tra il 1488 e il 1507 prese forma il convento, il quale ospitava circa cinquanta frati, tra studiosi, amanuensi, predicatori ed altre svariate mansioni. Scoppiava però la guerra con la Francia: gli eserciti di Francesco I di Francia e di Carlo V si battono in Piemonte: vengono distrutti vari sobborghi di Savigliano, tra i quali Borgo Marene, Rumacra, Pieve e Malborgatto. Viene distrutto anche il convento, troppo vicino agli antichi bastioni che si trovavano in posizione corrispondente l’attuale Corso Indipendenza.
Ristabilita la pace, si riedificò nel 1565 un nuovo convento in regione Rumacra (attuale via Macra): l’edificio ebbe però una breve vita: venne nuovamente distrutto nel 1640 per ordine del generale francese Roccaserviera. Si riedificò ancora un convento francescano, nelle vicinanze di Porta Marene, lungo l’allora via della Corsica. Nel 1661, alla presenza del governatore della città Francesco Guarmentiere, del conte Enrico Ruffino e di altre personalità cittadine viene posta la prima pietra del nuovo convento francescano, nella sede attuale. I lavori procedettero e la chiesa venne consacrata nel 1684.
Nel secolo seguente, nel 1743, venne restaurata e nuovamente consacrata da monsignor Giovanni Battista Pensa, vescovo di Fossano. I frati vi risedettero fino al tempo della soppressione degli ordini religiosi nel 1802 per poi tornare nel 1817. In seguito, però, con la legge Siccardi del 1866, il convento fu sconsacrato ed adibito a magazzino comunale. Sotto l’effetto delle leggi di soppressione degli ordini religiosi, la chiesa cessò di essere officiata. L’ex convento subì un progressivo degrado e i suoi ambienti furono utilizzati per gli usi più impropri: caserma dei vigili del fuoco, magazzino, autorimessa, convitto civico e abitazione. Solo nel 1968, con il sindaco Antonino Olmo, l’amministrazione comunale intraprende un’opera di recupero dei locali a seguito della quale inaugura il Museo Civico nel 1970 e tre anni dopo la Gipsoteca. La storia dell’edificio passa poi per nuove ristrutturazioni, fino alla riapertura al pubblico il 12 giugno del 2005, con il recente allestimento basato su moderne tecniche espositive. Memoria dell’antico convento sono gli affreschi presenti sulle pareti della gipsoteca, del chiostro e dell’ex refettorio.
Claudio Rocca
Giovedì 15 Febbraio 2018 16:26