Il 6 agosto 1221: muore Domenico di Guzman, monaco spagnolo fondatore, nel 1215, dell'Ordine dei Frati Predicatori. Dopo la sua morte, avvenuta in Spagna, nascono anche in Piemonte, da lui visitato alcuni anni prima durante un pellegrinaggio, numerosi conventi in suo nome, ispirati alla sua dottrina. Occorre premettere una piccola parentesi storica ai fatti.
Era in atto in questi anni la cosiddetta “Crociata contro gli Albigesi”: come i catari, gli albigesi ammettevano la teoria dell'opposizione tra due principi, il bene e il male e negavano la pinità e l'umanità di Cristo. Domenico da Guzman tentò l’impresa di riconciliare i tumulti, contrapponendo alle armi l’uso di un’altra arma: la parola di Dio.
Giungendo in Piemonte dalla Spagna e dalla Francia, fra’ Domenico, passa per Savigliano mentre era diretto a Roma. Tredici anni dopo Domenico muore. Nel 1234 in Savigliano, tra i primi in Piemonte, si insedia la sacra milizia di San Domenico, nel frattempo canonizzato da papa Gregorio IX. La compagnia monastica si insedia inizialmente nell’antica chiesa dell’Annunziata. Nel luglio del 1267 ci furono importanti lasciti a beneficio dei Padri Predicatori, il che permise di iniziare la costruzione della nuova struttura comprendente la chiesa, il convento alcune case e giardini: furono necessari trentotto anni per ultimare i lavori. Il convento saviglianese raccolse, nel corso degli anni, dottori in filosofia, astronomia e costruttori di orologi solari. Il convento fu sede di importanti studi teologici e biblici. Ospitò anche la sede, tra il 1257 e il 1571, del tribunale dell’inquisizione. Successivamente, intorno al 1445,la struttura fu ampliata con una sacrestia.
Nel 1466 si ampliarono ancora le strutture e si provvide a sostituire il tetto. Nel 1482 si modificò e si completò il campanile. Nel 1504 la chiesa di san Domenico venne solennemente consacrata. Nel corso del XVII secolo, si provvide a lavori di restauro. Successivamente, nel 1657, il cavaliere Giusto Aurelio Taffini donava alla chiesa di san Domenico una somma tale da permettere la costruzione del coro e del presbitero. Nel 1680 altri lavori di ampliamento videro la chiesa ornarsi di cinque statue raffiguranti i Dottori della Chiesa.
Negli anni successivi la chiesa di san Domenico andava deteriorandosi, tanto che nel 1708 si iniziano i lavori di ristrutturazione. Nel 1738 si unisce la struttura con quella di santa Monica, attuale sede dell’Università. I lavori proseguono fino al 1746. A questo punto, dopo 556 anni, la struttura era ultimata e formava un quartiere unico con il vicino convento di santa Monica.
L’edificio mutò destinazione d’uso nel corso dell'Ottocento, quando fu oggetto di pesanti ristrutturazioni e ampliamenti per farne una delle caserme di cavalleria più grandi del Piemonte. Altro cambio d’uso si ebbe nel periodo compreso tra il 1943 e il 1945, quando l'edificio, occupato dalle Brigate Nere fasciste della Repubblica Sociale Italiana, fu luogo di prigionia e tortura per molti Saviglianesi. Nel 1950, cessato l'uso militare, il Comune trasformò l'immobile, ormai noto come Caserma Carando a ricordo dell'omonima brigata dei comandanti partigiani “fratelli Carando”, in alloggi popolari. Al piano terreno si insediarono molte attività artigianali.
Il chiostro del convento venne poi abbattuto: al suo posto ora si trova il giardino “Pietro Nenni”, in zona piazza Nizza. La chiesa di san Domenico è stata sconsacrata e, in anni più recenti, adibita a sede della Caserma dei Vigili del Fuoco e oggi ospita la Protezione Civile.
Claudio Rocca
Giovedì 15 Febbraio 2018 16:29