Prima dell’avvento dell’agricoltura, la sopravvivenza dell’uomo si fondava sulla disponibilità di selvaggina, radici, bacche, frutti e pesci. L’imprevedibilità del clima e le migrazioni degli animali selvatici fecero di questi ultimi la fonte più affidabile di proteine e grassi nell’alimentazione degli uomini preistorici. Inoltre il pesce forniva aminoacidi essenziali e acidi grassi che le piante non potevano dare. Il pesce era tenero per natura e richiedeva pochissima cottura.
Di conseguenza non sorprende affatto che, con l’evoluzione della civiltà, le prime comunità siano state fondate lungo fiumi o sulle rive di laghi e mari. Innumerevoli sono le raffigurazioni tombali che ci rendono note le tecniche di pesca, di pulitura del pescato e dei suoi sistemi di conservazione
Nel medioevo il lavoro del pescatore era redditizio, ma dal secolo scorso è pentato un lavoro ingrato. Capitava spesso che i contadini andassero a pescare di persona; non esisteva una vera e propria categoria di pescatori, ma alcune persone passavano con il pescato vendendolo.
Gli attrezzi utilizzati dal pescatore di fiume erano un raschiatoio, con cui smuovere le pietre del fondo per stanare i pesci, la bilancia, il griseul o rete, la trübia cioè la cesta di vimini per il trasporto dei pesci, il bertavel ossia una canna flessibile, il tramajin cioè la fiocina, gli ami e una corda. A volte erano usate anche fiaccole o lampade per la pesca notturna.
A Savigliano si ricordano i pescatori Mario Becchio, “l’uomo della colonia”, che visse per anni nei locali della vecchia colonia elioterapica lungo l’attuale sentiero Tortone lungo il Maira, Francesco Burdisso e Mario Torre, detto Re Cit. Pescatori che vissero tutta la loro vita a stretto contatto con il fiume e sul fiume. Patrono dei pescatori di fiume è sant’Andrea. “Per Sant’Andrea ti levi da pranzo e ti metti a cena”, ricorda un proverbio, nato per indicare che al 30 novembre, festa di Sant'Andrea Apostolo, le giornate sono molto corte. Andrea, il cui nome proviene dal greco “Andreas”, “Virile”, esercitava questo mestiere sul lago di Tiberiade insieme con il fratello Simone, poi ribattezzato Pietro dal Cristo. Fu, insieme con Giovanni e con Pietro, fra i primi apostoli di Gesù. Andrea, davanti a una folla affamate, indicò a Gesù un fanciullo provvisto di cinque pani d’orzo e di due pesci: umili cibi da pescatori che pennero migliaia nel celebre episodio evangelico della “moltiplicazione dei pani e dei pesci”.
Claudio Rocca
Martedì 28 Novembre 2017 11:26