Prima dell’avvento dei mezzi a motore, la locomozione era affidata alla trazione animale e ai carri. L’antico mestiere del carradore si perde nella notte dei tempi: già in epoche antichissime si costruivano carretti in legno da attaccare ai cavalli per i trasporti o a buoi e asini per i lavori agricoli. Si trovano già testimonianze dell’uso di carretti in documentazioni mesopotamiche del 3000 a.C.
Passando poi per gli etruschi e i romani, l’uso dei carri è arrivato, attraverso migliorie tecniche, fino ai giorni nostri. Era l’artigiano che costruiva e riparava carri: la costruzione di questi carri richiedeva una grande conoscenza dei legnami per cui si utilizzavano varie tipologie di legno, a seconda delle esigenze, per costruire i vari organi del carro, conoscenze anche del ferro con cui si costruivano i cerchioni delle ruote. La ruota era in legno con attorno il ferro, battuto a caldo, in legno l’articolazione del timone, il movimento del freno, gli accessori per l’attacco degli animali. Poi le ruote venivano montate al carro utilizzando vari strumenti. Esistevano tre tipi di carri: il primo era il calesse che era usato dalle persone benestanti per fare passeggiate; il secondo era il carro da lavoro che possedevano tante famiglie e serviva per i lavori agricoli e per piccoli spostamenti; il terzo era il carro da trasporto con cui lavorava il carrettiere, il quale si faceva pagare in base alla merce che doveva trasportare.
A Savigliano possiamo ricordare i carradori Giovanni Gallo, con la sua officina in corso Roma, dove ora ha sede il ristorante “L’officina del Gusto” e Attilio Moraglio, con la sua bottega vicina all’antica Porta Burnia, in corso Indipendenza, quasi in borgo Pieve. La bottega di Moraglio lavorò fino agli anni ’50. Fu visitata dai principi di Savoia che qui acquistarono un carretto. Un altro carretto prodotto da Moraglio fu acquistato da Nicola II, ultimo zar di Russia, al quale fu spedito.
Dalla bottega Moraglio furono prodotte anche le panchine della stazione ferroviaria al tempo in legno e, sempre per la stazione ferroviaria, vennero eseguiti lavori di manutenzione per le ruote dei carri usati in stazione per lo scarico e il carico delle merci.
Patrono dei carradori è san Jacopo, noto anche come Giacomo da Varagine o da Varazze.
Claudio Rocca
Mercoledì 18 Ottobre 2017 11:31