“E’ arrivato l'arrotino...” Questo annuncio gridato nelle strade in tempi passati faceva accorrere le persone che dovevano affilare coltelli, rasoi e altri utensili o attrezzi agricoli. L'arrotino era una figura itinerante che si spostava di luogo in luogo con i “ferri del mestiere” per offrire i suoi servizi. La sua figura si è evoluta nel tempo e oggi non è più ambulante ma, solitamente, è legata all’attività di ferramenta o di coltelleria. Il lavoro dell’arrotino consisteva nella raccolta dei materiali da affilare, e a lavoro finito, nella loro riconsegna a domicilio. Poi, piano piano, anche questa figura, il “muleta”, è cambiata.
L’arrotino girava, spostandosi continuamente, richiamando l’attenzione della gente al prolungato grido annunciante il suo arrivo. Dopo aver raccolto coltelli e forbici, si metteva in un angolo, o sotto qualche porticato e cominciava il suo lavoro sulla sella della sua particolare bicicletta, sulla quale era montata l’attrezzatura del mestiere, consistente nella mola più grande per affilare e una più piccola a smeriglio per lucidare gli utensili resi taglienti. Appeso più in alto anche un piccolo recipiente contenente acqua colante a gocce sulla mola, azionata dal pedale. Sul portapacchi sistemato sulla parte anteriore della bicicletta, c’era la cassetta degli attrezzi, Nel lontano passato gli arrotini si spostavano da una località all’altra con gli arnesi di lavoro racchiusi in una cassetta portata a spalla, poi con un carretto a due ruote. Dopo l’ultima guerra la bicicletta ha sostituito il carretto a due ruote spinto a mano, esso pure attrezzato per il mestiere.
A Savigliano, oltre all’arrotino ambulante, si trovava in piazza Santa Rosa all’angolo con l’attuale piazza Cesare Battisti la bottega di arrotino di Gaudissard, in seguito gestita, fino a pochi anni fa, da Giraudo.
Patroni degli arrotini sono santa Caterina da Alessandria e san Michele. Santa Caterina d'Alessandria viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. La palma che tiene in mano indica il martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all'insegnamento ma non solo: viene rappresentata con una spada, l'arma che le tolse la vita e la ruota dentata, lo strumento del martirio, elemento che lega la santa a numerose categorie di mestieri che hanno a che fare con la ruota: è questo l'elemento che unisce santa Caterina ai ceramisti e agli arrotini, di cui è protettrice. Inoltre patrono degli arrotini è san Michele. Il primo a portare il nome Michele fu l'Arcangelo che cacciò dal paradiso gli angeli ribelli. L'onomastico viene appunto festeggiato in suo onore, il 29 settembre in ricordo della consacrazione del Santuario dedicato all'Arcangelo Michele sul monte Gargano effettuata, secondo la leggenda, personalmente da San Michele Arcangelo. Il Santo è patrono degli agenti di polizia, degli armaioli, degli arrotini, dei bancari, dei commercianti, dei paracadutisti, dei giudici, dei merciai, dei pasticceri e dei radiologi.
Claudio Rocca
Mercoledì 22 Febbraio 2017 12:25