Due ottobre, festa dei nonni. Nessuno ci pensa, quand’è più giovane, ad essere nonno. È un concetto, una categoria fra le tante. Nemmeno il ricordo dei tuoi, di nonni, ti fa pensare che potresti pentarlo anche tu. È una sorpresa arrivarci, scoprire che qualcuno ti chiamerà così, immaginare che proverai affetti nuovi, sapere che vivrai ancora un’avventura. Certo un nipote appena nato è un enigma, un fagottino rosato che, come tutti i neonati, lascia stupiti chi li guarda. Ma intanto ti si instillano feroci interrogativi: e poi? Cosa succederà? Ci parleremo? Cosa faremo insieme? Domande stupide che svaniscono quando l’infante ti stringe un dito o si addormenta la prima volta vicino, sul letto, ciucciandosi il pollice. Ti accorgi che non è “tuo” e non lo sarà mai, ma che è una parte importante della tua vita. È il tuo futuro davanti alle spalle, gli sei già pentato profondo amico, nonno lo penterai. È un mestiere dolcissimo e per nulla difficile. Da quando hai scoperto che ci respiravi all’unisono ti viene in mente che farai di tutto per viverci allo stesso modo. E non c’entra quello che sai o che sei. I nonni ed i nipoti sono un mondo a parte, come fosse una favola per entrambi. Sono rapporti di affetto puro. Qualche consiglio scappa sempre, ma l’importante è che sia velato e leggero. A dettare leggi sarà la vita e noi quella dei nipoti la possiamo solo guardare. Ed è giusto, perché per quanto ci sarà concesso viverla insieme saremo solo compagni, un po’ vecchiotti, dei loro sogni. Nonno Anselmo, ruvido uomo di mare, mi portava nei campi a prendere le rane nei fossi, a mangiare panini di salame con i sottaceti, in segreto se no lo sgridavano, ed un giorno trovandomi sconsolato mi insegnò che un uomo non deve vergognarsi a piangere se ne ha una ragione. Non sono grandi cose, ma i nonni non devono essere grandi, il loro compito è essere semplicemente e con forza vicini. È questo il gioco ed il mistero delle vite che si incrociano.
Elio Ragazzoni
Giovedì 5 Ottobre 2023 13:51