Quartogento di Felice (fu Luca) Cuniberti e di Lucia Caterina Casalis, nacque in Savigliano il 30 aprile 1810. Il teologo Felice Cuniberti ebbe come fratelli Bartolomeo, chirurgo in Turchia, il teologo ed epigrafista Michelangelo, Antonio Andrea professore di musica e Paolo Giovanni. Fu insignito dei riconoscimenti dall’ordine Mauriziano il 5 aprile 1838. Scriveva di lui lo storico Casimiro Turletti: «Pochi uomini sortirono da natura doti così magnifiche e pellegrine; pochi uomini le esplicarono nel corso di una vita troppo breve, con eguale operosità ed offrirono più bella immagine del prototipo pino – ingegno raro, gusto estetico, nobiltà e delicatezza d’animo, perspicacia sottile e schiettezza, cuore affettuosissimo si trovarono unite in lui». Fin dai primi anni di studio si innamorò delle Lettere latine ed italiane che lo portarono ad impegnare tutte le ore libere dal suo Ministero sacerdotale nello studio dei classici autori, da Virgilio ed Orazio, come della Bibbia ed i Vangeli.
Compie gli studi presso il seminario di Torino, dove si applica in teologia e filosofia. Vince poi il concorso per officiare presso la parrocchia nativa di santa Maria della Pieve; nel 1835 in occasione dello scoppio del colera apre un lazzaretto presso sant’Agostino, nelle vicinanze della sua parrocchia, dove curare gli afflitti dal morbo. Nel corso della sua operosa vita sacerdotale istituì un asilo infantile.
Nessuna scienza lo lasciava insensibile: oltre alle sacre scritture ed al catechismo si interessò di lettere, storia, scienze economiche, scienze naturali ed arti. Ancora scrive di lui Casimiro Turletti: «Fu egli uno di quei sacerdoti, che con la potenza della parola, con l’esercizio delle virtù religiose e sociali, con la mitezza dell’animo, con la Carità del cuore, con la tolleranza cristiana fanno amare la religione e la mostrano bellissima, santissima e veneranda anche ai meno religiosi; uno di quei sacerdoti quali convengono in tempi difficili; tutto vi era in lui: intelletto potente, audace, nobilissimo cuore egregio, scienza e virtù: e l’abbiamo perduto. Morì come muore l’uomo giusto, come muore l’uomo cristiano, il sacerdote, per cui la morte è un passaggio ad una vita migliore, confortato dalla speranza di unirsi al suo Dio e dai conforti religiosi».
Fu rettore della parrocchia della Pieve, membro della congregazione dei Cento Fratelli e della Madonna del Buon Consiglio.
Durante la sua vita di studi aiutò il cugino Biagio Casalis nella stesura della sua “Storia di Savigliano” e lo studioso Goffredo Casalis nella scrittura del suo “Dizionario geografico storico statistico commerciale”. Divenne anche parroco in San Giovanni e venne decorato delle insegne Mauriziane il 5 aprile 1865.
Trascorsi appena otto giorni, il Cuniberti moriva il 13 dello stesso mese
Claudio Rocca
Giovedì 15 Febbraio 2018 14:06