Una lapide, affissa al numero civico 2 di via Duccio Galimberti, in borgo Marene, ricorda la casa dove il pittore Giacomo Gandi visse e morì. Giacomo Gandi era nato a Saluzzo il 27 giugno 1847. Il nonno abitava già a Savigliano.
Il padre, Pietro Casimiro Gandi era benestante e si occupava di varie attività. Giacomo si rivela presto abile nel disegno: i suoi primi maestri sono stati due pittori saviglianesi, Domenico Riccardino e Pietro Masino. Nel 1866 si iscrive all’Accademia Albertina di Torino al corso di pittura di Andrea Gastaldi. Vive per un periodo a Roma, poi a Firenze, per poi stabilirsi a Savigliano nel 1878. A Roma e a Firenze entra in contatto con grandi artisti, quali Giulio Monteverde e Giuseppe Lucchetti, quest’ultimo noto in Savigliano per essere l’autore del monumento a Santorre di Santarosa. Espone le sue opere, oltre che a Torino, a Firenze, Genova, Napoli, Colonia e Parigi. Gandi però iniziò ad evitare le esposizioni: si isolò dall’ambiente dell’arte per ritirarsi alla vita in campagna, se si escludono i contatti con il pittore Matteo Olivero. Venne colpito da una malattia agli occhi, che però non gli impedì, benché quasi cieco, di continuare con la pittura.
Venne quasi dimenticato dalla critica, eccetto quando, nel 1927, il Museo Civico di Torino acquista “La preghiera”, una sua opera. Smise di frequentare persone dell’ambiente artistico ed iniziò a coltivare altre conoscenze intorno a lui, nella sua campagna. Il 20 settembre del 1932 Gandi morì nella sua casa di borgo Marene. Nel 1933, poco dopo la morte di Gandi, il Comune di Saluzzo organizza una mostra con le sue opere, insieme con quelle di Matteo Olivero. Nel 1963 viene organizzata a Savigliano una mostra monografica di Giacomo Gandi: questa mostra ebbe il merito di riportare alla luce opere quasi dimenticate, per lo più proprietà di privati. Negli anni ottanta del novecento si assiste ad un nuovo interesse per il realismo di Gandi, riconoscendo quanto sia stato considerato marginale il suo ruolo. Il museo civico di Savigliano possiede tredici sue opere e nel 1997 gli dedicò una mostra monografica. Sempre nel 1997 l’Amministrazione comunale appone una lapide sulla facciata dell’abitazione dell’artista.
Claudio Rocca
Giovedì 15 Febbraio 2018 14:20