Nel 1454 si stabilirono in Savigliano i Padri Predicatori Osservanti di San Francesco, appartenenti al terz’ordine. Uomini e donne vi aderirono. «Già prima dell’anno 1480», scrive fra’ Paolo Medici «alcune Sante Vergini di Savigliano e forestiere, dedite alla vita spirituale, vivevano molti anni in alcune casette del Terz’ordine di San Francesco». L’esemplarità delle buone religiose cresceva e con essa le elemosine dei benefattori. Si raccolse così una somma sufficiente ad iniziare una modesta costruzione con un’annessa chiesetta. Lo spazio per le monache e per la chiesa pennero subito insufficienti. Riferisce il cronista Barattà che, tra il 1498 e il 1513, si potevano contare ospitate cinquanta religiose in completa clausura. Nel 1536 il monastero fu in gran parte rovinato dalle truppe francesi e le monache furono costrette a rifugiarsi in altri monasteri. Si arriva così all’inverno del 1641, quando le monache acquistarono, in prossimità di quella che era “via della Corsica”, attualmente via san Pietro, nei pressi di “Porta Marenarum”, nella parte nord-est della città alcuni edifici, poi abbattuti. Nel piano della città redatto dal Brizio nel 1646 non compare ancora alcun edificio. Lo storico Medici riferisce che l’edificio sarebbe stato costruito tra il 1646 e il 1668, con l’intervento dell’architetto Giacomo Antonio Biga. Cosi il Turletti descrive il monastero: «L'edificio principale ha forma di un grandioso palagio ben architettonico (…), esposto a pien meriggio con portici corridoi vasti cortili e case annesse a guisa di castello circondato da baluardi e da ricetto». La chiesa è stata costruita più tardi da Gian Giacomo Plantery. Questa è decorata con dipinti di Beaumont e Cuniberti. Nel 1752 Rosa Govone acquista per la sede saviglianese del Ritiro delle Rosine la casa con ampio giardino confinante con il monastero, posto a ponente rispetto a questo, prospiciente il piazzale della chiesa di S. Chiara. Il Ritiro delle Rosine si costruisce nel giardino confinante con le Clarisse un edificio ad uso di filanda. Ne nasce una lite con le monache le quali sostengono che i fornelletti della filanda sono troppo vicini al muro della loro clausura, queste lamentano inoltre di essere vittime di frequenti furti. Le religiose Clarisse fanno abbattere a loro spese i bastioni, le vedette ed il fortilizio d'angolo e fanno colmare i fossi, quindi inglobano il giardino nella clausura cingendolo di un "altissimo muro". Pochi anni dopo, i francesi risultarono vincitori sotto il comando del generale Nicolas Cattinat e occuparono il monastero. Nel corso degli anni l’edificio subì altri cambi d’uso: nel 1859 penne caserma del reggimento dei Cacciatori delle Alpi di Giuseppe Garibaldi. Parte dell'edificio servì ad albergare provvisoriamente truppe nell'occasione della costituzione del Corpo dei "Cacciatori delle Alpi". In seguito poi Il Comune acquista l'ex monastero di S. Chiara, compresi i fabbricati La chiesa cessa di essere officiata e viene utilizzata come magazzino nel 1870. In seguito penne lanificio, poi in anni più recenti sede di Liceo e Biblioteca mentre la ex chiesa viene adibita a palestra. Oggi la struttura ospita istituti scolastici e la chiesa è stata adibita ad uso scolastico.
Claudio Rocca
Giovedì 15 Febbraio 2018 15:56