Continuando il nostro giro nella campagna saviglianese, alla scoperta di piccoli gioielli di architettura religiosa, in questo appuntamento mensile troviamo due tra le chiese campestri più antiche del nostro territorio: la prima che andremo a visitare è la chiesa di Santa Croce Costruita all’inizio del 1400 e consacrata nel 1453, è stata edificata sulle rovine di un preesistente edificio religioso del primo medioevo. Si trova a circa 5 chilometri da Savigliano, in direzione Fossano – Apparizione. Nel terreno circostante sono infatti stati rinvenuti numerosi reperti archeologici di epoca romana, ora custoditi presso il Museo Civico: tra questi la celebre “Pietra” del Venerabile Gudiris”, lastra tombale di epoca longobarda intorno alla quale nacque la chiesa stessa e prese il nome la regione in cui sorge: appunto Santa Croce, sulla base di una leggenda che attribuì a tale lapide proprietà taumaturgiche. Celebre la leggenda secondo cui la pietra, colpita dalla spada di un soldato, sanguinò: dopo questo fatto si racconta di miracoli e guarigioni da parte di chi toccava la pietra; addirittura pare fosse usanza “grattare” con un oggetto metallico la superficie della lapide e bere la polvere di pietra. La chiesa è costruita a tre navate, con facciata semplice, in mattoni e non decorata, a capanna e struttura romanico-gotica. Originariamente priva di campanile: questo venne aggiunto in seguito, ma la chiesa era già in stato di abbandono La chiesa era ricca di affreschi, decorazioni e arredamenti sacri lignei, ora custoditi nella chiesa di Santa Maria della Pieve. L’edificio sacro oggi non è più aperto al culto ed è proprietà privata: tuttavia merita senz’altro di essere citato per il suo valore storico e artistico. L’attuale forma è frutto però di un’opera di restauro ricostruttivo attuata dal Comune nel 1610, documentato da un ordinato civico del 6 aprile 1610.
Un’altra cappella molto antica nella campagna saviglianese, situata in regione Streppe è quella di San Giuliano. In questa zona, già nel XI secolo, esisteva una piccola chiesa, nata per dare ospitalità e riposo ai pellegrini: questa era in origine dedicata al culto di San Nicola, in seguito venne intitolata alla Vergine e prese il nome di Santa Maria in Strepeto, dal nome della zona in cui sorge: Streppe; oggi è intitolata a San Giuliano. La presente chiesetta, già citata in un documento del 1028, è ora privata e chiusa al culto, anche questa però merita di essere citata per il prezioso ciclo di affreschi che ospita. Questi rappresentano storie di San Giuliano che sconfigge un drago, il santo che cura un lebbroso e una Deposizione. Si presenta a due navate, pise in tre archi con due colonne di ordine tuscanico con capitelli cubici, a testimoniare l’origine romanica della chiesa. Otto cicli di affreschi decorano la navata sinistra. La chiesa è adiacente alla cinta muraria della Villa Viancina e non è aperta al culto.
claudio rocca
Lunedì 26 Febbraio 2018 17:02