
Per tutti era semplicemente la maestra Anna. Ma per il Comune ha rappresentato un’autorevole figura di riferimento, un esempio di rispetto delle istituzioni, un modello d’impegno disinteressato nei confronti della comunità.
Dalla scorsa settimana, davanti all’aula che ha presieduto per due consiliature (dal 1995 al 2004), fa bella mostra di sé una targa a memoria di Anna Maria Turrini, prima donna presidente del Consiglio comunale, morta cinque anni fa durante la pandemia. Alla presenza dell’attuale presidente dell’aula Piergiorgio Rubiolo, della vice Giorgia Seliak, dell’attuale sindaco Antonello Portera e dell’allora primo cittadino Sergio Soave – oltre che dei familiari (la figlia Paola e la nipote Francesca ne hanno tratteggiato un personale e commovente ricordo) – giovedì è stata scoperta l’iscrizione proposta dal consigliere Giulio Ambroggio, purtroppo assente alla cerimonia, e approvata dalla Commissione dedicata.
«Eravamo neofiti, la figura del presidente del Consiglio era appena stata istituita. Anna ci dedicò anima e corpo – ha ricordato Soave –. Era sempre qui in municipio, molto più di me: nonostante non ci fosse la tecnologia di adesso, riusciva a programmare appuntamenti e incombenze istituzionali senza perdere un colpo. E poi il suo modo di condurre il dibattito in aula: garantiva a tutti il diritto di parlare, richiamando con fare garbato quando si superavano limiti e tempi».



