
Con “Il volo della Fantasia”, fresco di stampa, l’autore e prezioso collaboratore del Corriere di Savigliano Claudio Rocca chiude la trilogia dedicata al mondo onirico e al mistero. Un viaggio che attraversa antiche leggende, presenze impalpabili, spiriti e fantasmi in una dimensione sospesa tra realtà e sogno. È lui stesso a raccontarci questa sua nuova avventura letteraria, l’ultima fatica prima di tornare (ne siamo certi) a immaginare nuove storie.
Questa raccolta è la conclusione ideale di una trilogia iniziata con “La giostra dei sogni”. Che cosa ritroviamo dei racconti precedenti, cosa invece c’è di originale?
«Con la pubblicazione del primo volume “La giostra dei sogni” non ne avevo previsto subito un successivo e pertanto non era nato come idea di “trilogia del sogno”. I primi racconti di quel volume erano nati intorno a leggende locali e da qui se ne sono sviluppati altri, legandosi a tematiche varie. Poi altri sono venuti fuori da dialoghi o spunti raccolti qua e là parlando, leggendo e ascoltando. Di originale? Almeno un paio – sarà il lettore ad individuarli – sono più introspettivi, in uno posso dire quasi di riconoscermi nel protagonista umano».
Sogni, sognatori e ora fantasia: cosa ti attira particolarmente del mondo del fantastico?
«Il sogno è un prodotto della mente umana e a volte i confini possono essere talmente sottili da confondersi e mescolarsi. La realtà non ha una sola faccia ma ha quella della nostra interpretazione. Le due cose si fondono nel sogno: le esperienze della vita reale a volte riaffiorano in altra forma nella vita onirica con immagini e situazioni ricostruite dalla nostra fantasia. Cosa mi affascina del mondo del fantastico? La totale mancanza di limiti e confini mentali e fisici. Nei libri precedenti i protagonisti erano anche personaggi misteriosi e, a tratti, inquietanti: chi incontriamo in queste pagine? Diavoli, fantasmi e spiriti tornano in tutti e tre i libri. Ma anche in questo caso non si tratta di figure legate alla paura bensì personaggi che offrono facce diverse della realtà al lettore che potrà conoscerne volti nuovi. Il diavolo – recita un detto popolare – non sia così brutto come lo si dipinge e qui il lettore potrà averne conferma. In un altro racconto compaiono anche alcune figure dei Tarocchi che per un momento “escono dal mazzo” e interagiscono con i personaggi umani».
